Racconto classico o parabola di Gesù?

Da” E il torto diventerà diritto”, Shemuel Joseph Agnon, Premio Nobel  – 1966, Bompiani, 2001, pp. 8-11

“Narrasi per esempio che al Baal Scem (i suoi meriti ci proteggano) fosse ordinato dal Cielo di recarsi in un certo villaggio ad insegnar la virtù della speranza e ad ammaestrare il popolo perchè facesse senno. Il Baal Scem raccolse tutti i suoi discepoli e con essi partì, e giunsero a quel villaggio e si recarono ad alloggiare presso l’appaltatore delle imposte del borgo. Era costui un vecchio e rispettabile uomo, il quale li accolse con molta cortesia e apprestò in loro onore una buona cena, tutto lieto di quegli ospiti ragguardevoli. Ed essi passarono lì la notte. Spuntato il giorno e mentre il Baal Scem e i suoi discepoli erano in piedi per la preghiera, ecco entrare un cosacco, delle genti del Conte proprietario del villaggio con una grossa frusta in mano, e colpito colla frusta sulla tavola tre volte se n’andò, e nessuno della casa gli disse motto. Gli ospiti non capivano che cosa costui intendesse con quei suoi colpi, e rivolsero gli sguardi al padrone della casa; ma egli mostravasi lieto come prima né alcun altro movimento scorsero in lui. Ma, guarda un po’; avevano costoro appena terminato la loro orazione che il cosacco tornò un’altra volta e batté di nuovo colla frusta sulla tavola per tre volte; ed anche ora nessuno della casa gli disse nulla. Costoro fecero scambievoli meraviglie, allora il Baal Scem chiese al padrone: “Perché costui ha dato tutti quei colpi?” E il padrone risposegli: “E’  segno che io oggi debbo pagare l’affitto della osteria al proprietario del villaggio. Egli fa così per tre volte; dopo la terza volta, se non c’è la borsa del denaro, il Conte prende l’appaltatore con tutta la sua famiglia e lo mette in carcere”. Dissegli allora il Baal Scem: “A quel che sembra dalla tua faccia, il denaro tu ce l’hai. Dunque fa’ presto a prenderlo e portalo al Conte prima di pranzo e noi ti aspetteremo finché tu sia tornato in salute”. Il padrone di casa gli rispose: “Per ora io non ho neppure un centesimo. Ma certo il Signore benedetto me li procurerà. Intanto mangiamo e beviamo senza fretta perché mancano tre buone ore alla data stabilita e certo Iddio me li procurerà”.  E si sedettero tutti a tavola indugiandosi a mangiare, né il volto del padrone dava a divedere s’egli aveva bisogno o no di danaro. Gli ospiti fecero le loro grandi meraviglie e il caso parve loro straordinario. Finito ch’ebbero di mangiare, il cosacco tornò per la terza volta e batté tre volte colla frusta sulla tavola; ma il padrone né s’alzò né si mosse dal suo posto. Dopo ch’ebbero terminato il pasto e la preghiera, senza alcuna fretta, anzi tirando per le lunghe, il padrone si mise gli abiti sabbatici, cinse l’ampia cintura e disse: “Vado al Castello a portare la rata al Conte. Faccio presto. Aspettatemi che torno subito”. Il Baal Scem allora tornò domandandogli: “Ma hai denaro bastante?”. Rispose: “Non ho ancora neppure un centesimo. Ma Dio benedetto mi aiuterà senz’indugio”. E se n’andò. Il Baal Scem coi suoi discepoli uscirono sulla terrazza per seguirlo cogli occhi e vedere che cosa gli sarebbe accaduto strada facendo. Ed egli camminava svelto sulla strada che menava al Castello, quand’ecco una carrozza venirgli incontro al galoppo. Videro ch’egli si fermava presso alla carrozza e, dopo aver rivolto qualche parola al viaggiatore, continuava la strada senz’aver preso nulla. La carrozza si era rimessa in moto piano piano verso l’albergo. Ma prima di giungervi vicino, si era fermata e qualcuno dalla carrozza aveva chiamato il padron di casa e gli aveva consegnato del danaro. Giunta che fu la carrozza all’albergo fu domandato al forestiero: “Che avevi col padrone dell’osteria che lo hai richiamato e gli hai dato del danaro?” E costui disse: “Ho comprato da lui una partita di acquavite ch’egli farà l’inverno prossimo, se Dio vuole. Da principio non eravamo riusciti ad accordarci sul prezzo. Quando ho veduto ch’egli non cedeva e insisteva sul prezzo né ritornava indietro, io che lo conoscevo per uomo onesto gli ho dato quel che voleva, né sono riuscito a intrattenerlo poiché m’ha detto che aveva da portare l’importo della rata al Conte”. Allora il Baal Scem disse: “Voi oggi vedete quant’è grande la forza della speranza e come Iddio benedetto aiuta, senza alcuna preoccupazione, nell’ora del bisogno, se veramente si ha fiducia in Lui”.

 

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