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Fonte :  www.radioradicale.it

Intervento di Silvia Baldi Cucchiara

Si è tenuta, giovedì 7 ottobre 2010, alle ore 18, al Tempio di Adriano, in Piazza di Pietra, a Roma, la maratona oratoria per Israele, evento europeo che non proponeva una “piattaforma politica ma morale, dunque bipartisan”, come ha sostenuto la deputata europarlamentare Fiamma Nirenstein, promotrice della manifestazione.

Il flusso di personalità, istituzioni rappresentate, italiane ed estere, e organizzazioni presenti ha chiaramente mostrato che si è trattato di un successo al di sopra di ogni aspettativa.

L’idea stessa della maratona oratoria ha dato l’opportunità, a decine e decine di persone, di prendere parola con un proprio contributo in una forma aperta, trasparente, autenticamente democratica e per ciò popolare. È difficile ricordare tutte le personalità che si sono pubblicamente esposte non per difendere una posizione politica ma per affermare un principio universale, incondizionato e non negoziabile: il diritto all’esistenza dello Stato d’Israele quale garanzia per la libertà di ciascuno di noi. Dai ministri ed europarlamentari quali: Franco Frattini, Gaetano Quagliariello, Carlo Giovanardi, Mara Carfagna, Margherita Boniver, Rocco Buttiglione, Magdi Cristiano Allam, Francesco Rutelli e Piero Fassino (solo per citarne alcuni); a personalità del mondo internazionale come José Aznar, ex primo ministro spagnolo; a giornalisti e intellettuali più accreditati: Paolo Mieli, Pierluigi Battista, Giancarlo Loquenzi, Furio Colombo, Maria Latella, Vittorio Sgarbi, Ernesto Galli Della Loggia, ecc.; al Sindaco di Roma Gianni Alemanno; al presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici e il rabbino capo Riccardo Di Segni.

L’evento si è svolto in un clima di straordinaria solidarietà. Per la prima volta, nella mia vita, ho visto, in una stessa manifestazione, tanti politici e personalità di spicco, di schieramenti diametralmente opposti, mossi dallo stesso obiettivo. Se questa non è l’ennesima benedizione che Israele ci offre, come chiamarla diversamente? Penso a quelle devianti affermazioni che circolano in Europa e che additano Israele quale maggiore elemento disturbatore della pace nel mondo. Ma cosa dobbiamo tollerare ancora di udire? Giornate come quella di ieri sono la prova pratica e concreta dell’esatto contrario.

Nel servizio di riconciliazione ebraico-cristiana che da anni svolgo, come insegnante, all’università e tra i cristiani di varia denominazione, ho sempre creduto sul ruolo strategico d’Israele per l’unità, soprattutto della Chiesa. Ma l’evento di giovedì scorso ha rappresentato qualcosa di più: Israele non solo può mettere insieme cristiani di ogni confessione ma persino politici, intellettuali, giornalisti e uomini di ogni rango e nazione. Israele è una vera e ineguagliabile benedizione.

Ciascun intervento sarebbe da segnalare ma tra quelli che mi hanno colpito di più per le implicazioni pratiche contenute, vi è stato l’invito dell’on. Magdi C. Allam ai parlamentari presenti di formulare una risoluzione in cui si affermi che attentare contro il diritto all’esistenza dello Stato d’Israele sia un crimine contro l’umanità. Questo è un perno centrale della questione: il diritto all’esistenza dello Stato d’Israele, che, come è stato ampiamente sottolineato, non significa condividere tutte le scelte politiche del governo israeliano, è la garanzia per la salvaguardia al diritto alla vita di ogni singolo individuo e paese. Non basta solo crederlo ma occorre mobilitarsi per favorire l’approvazione di una mozione internazionale.

Come rappresentante del mondo cristiano evangelico, ho avuto l’opportunità e il privilegio, data l’importanza dell’evento, di esprimere un appello che riporto di seguito: “Ai cristiani d’Italia e di ogni denominazione, a quelli impegnati che, come me, vanno in chiesa tutte le domeniche e non se ne vergognano: smettiamo di batterci il petto. Questo è il tempo della mobilitazione. Come cristiani in particolar modo, dobbiamo oggi mobilitarci, avere il coraggio di esporci pubblicamente e dimostrare che noi non amiamo ed onoriamo soltanto gli ebrei del passato: Abramo, Mosè e persino Gesù, che non siamo interessati solo alla Storia antica d’Israele e all’ebraico biblico, come giustamente si studia nelle nostre facoltà teologiche, ma che amiamo e difendiamo gli ebrei di oggi, i quali trovano, nello Stato ebraico, lo Stato d’Israele, la loro massima espressione. Mostriamo dunque con franchezza che siamo cristiani per Israele se siamo davvero dei discepoli di Gesù”.

La giornata rimarrà un evento memorabile e, spero vivamente, un punto di partenza per nuovi sviluppi futuri. A tutti un cordiale shalom, Silvia Baldi Cucchiara.

 

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