Sono ormai decenni che in tutti e quattro gli angoli della terra imperversano scenari orrendi di tragedie disumane dal marchio islam.
Io non sono indignata verso l’islam.
Basta una minima e ingenua ricerca su internet per incorrere in siti di una violenza inaudita, fotografie di volti e corpi irrimediabilmente sfregiati con paesaggi di distruzioni e rovine apocalittiche.
Io non sono indignata verso l’islam.
Che da Londra a Teheran, da New York a Madrid, da Roma a Milano, con una coerenza in sé invidiabile e un’arroganza puntuale, oserei dire da rito, semina ovunque morte, terrore e distruzione.
Io non sono indignata verso l’islam.
Sono invece profondamente indignata verso la cristianità.
E soprattutto verso le alte cariche.
Sono indignata quando leggo il testo del messaggio del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente,  appositamente riunito per trattare la questione delle chiese in codesti luoghi.
E  non voglio sentir ragioni.
È una vergogna e basta.
Tutti pronti a far la morale ad Israele. E che morale!
Non si trova invece nessuna parola di diniego nei confronti dell’islam. Neppure una.
Vi è un trafiletto intero (3.3) dedicato ai cristiani assassinati in Iraq senza neanche un riferimento ai fautori di questi omicidi e alla loro religione di morte.
Silenzio.
Troppo blanda è la posizione per “la cooperazione e il dialogo con i nostri concittadini musulmani”
E se solo una di queste orride gesta contro i cristiani fosse avvenuta in Israele?
Ripeto: se mai fosse accaduto che una sola chiesa cristiana fosse saltata in aria in Terra d’Israele, dal 1948 ai giorni nostri, come avrebbero reagito queste stesse autorità?
Altro che due pesi e due misure.
Questa è connivenza.
Io non sono indignata verso l’islam.
Eppure, persino a me, vengono alla mente infinite possibilità di soluzione. Scelte diverse.
Si potrebbe organizzare una spedizione aerea e portare via i cristiani da Bagdad, farli inserire nella nostra società fornendo loro per due anni sostegno materiale, lavoro, casa, agevolazioni sul mutuo, esclusione dalle tasse e insegnamento della lingua. Vi sembra pazzesco? Questo è ciò che Israele fa dal 1948 verso tutti i propri confratelli sparsi nel mondo, no, pardon, verso i più diseredati del suo popolo che siano in Etiopia o nei paesi dell’ex Unione Sovietica.
E non mi pare che alle alte cariche manchino le risorse.
Io non sono indignata verso l’islam.
Non tutti agiscono allo stesso modo.
La Germania per esempio ha dato l’ennesima lezione di fair play, altroché silenzi.
Nel cuore di Berlino, hanno appena inaugurato il museo della Topografia degli Orrori, memoria degli orrori nazisti, sorto nel luogo già sede della Gestapo.
Fatti, non parole, né tanto meno silenzi ambigui.
Non credo all’ineluttabilità degli eventi.
Tutti abbiamo la possibilità di scegliere e decidere.
Ancor più noi cristiani se crediamo che Gesù Cristo ci ha liberati dalla schiavitù del peccato.
Io non sono indignata verso l’islam.
La cosa che più mi indigna non è l’incapacità (voluta o meno) dei governi o la loro corruzione diffusa.
È il vuoto della chiesa. Parlo delle alte cariche.
Quest’assenza pesante come un macigno mascherata di ineluttabilità.
Io non sono indignata verso l’islam.
Silvia Baldi Cucchiara

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