Massimiliano – Lucca

Ho sempre avuto molta simpatia per il popolo ebraico e questo soprattutto per la luce che ho ricevuto a suo proposito tramite la Scrittura, che mi ha aiutato a prendere una posizione netta davanti al mondo a loro favore.

Qualche mese fa però, quella che era una semplice simpatia, si è trasformata in un profondo interesse grazie ad un viaggio in Israele che ho potuto fare con mia moglie.

Questo viaggio mi ha trasmesso una luce completamente diversa rispetto a prima e mi ha aiutato a capire in modo più profondo il fatto che Gesù fosse stato un ebreo e che come tale aveva vissuto su questa terra, frequentando gli stessi luoghi, osservando le stesse feste e vivendo in base alla stessa cultura.

Essendo un visivo, sono stato molto arricchito inoltre dall’avere visto i luoghi di tanti avvenimenti biblici che riesco ora a comprendere in modo più profondo.

Il mio cuore è stato quindi scaldato da questa esperienza unica che mi ha portato ad accettare con interesse e curiosità la proposta di mia moglie, che per prima ne era venuta a conoscenza, di partecipare a questa serata, organizzata dal Centro Studi Ghesher, venerdì 13 aprile 2012, nella quale si è potuto ripercorrere tutte le fasi del Seder di Pasqua.

Tra le tante cose, alcune mi hanno colpito più di altre.

La prima è lo spirito del Seder, che non è solo un pasto, un’occasione per passare del tempo semplicemente per stare insieme, ma un pasto che ha lo scopo di raccontare attraverso le sue diverse fasi l’opera che l’Eterno ha compiuto in favore del suo popolo, con l’obiettivo di passare questo messaggio da una generazione all’altra in modo da mantenerne il ricordo.

La seconda cosa invece è rappresentata dal filo conduttore di questo racconto che è rappresentato dai 4 calici i quali ci narrano in quale modo concreto il Signore ha operato la sua redenzione.

Ed è stato particolarmente arricchente per me, come credente nato di nuovo, vedere come ognuna di queste 4 fasi abbia trovato il suo adempimento nell’opera compiuta dal nostro Signore Gesù Cristo.

Per ultimo, sono stato molto arricchito alla fine nel comprendere quanto il ripetersi di questa festa anno dopo anno abbia come obiettivo quello di mantenere da parte di Dio una relazione intima e personale con l’uomo, una relazione che ci deve portare ad una vita di continua gioia e adorazione per il fatto che Lui è il Signore, colui che mantiene le promesse, nelle quali possiamo mettere tutta la nostra fiducia consacrandogli interamente le nostre vite.

Sento di essere stato arricchito da questa esperienza, la quale mi ha spinto ad aprire ancora di più il mio cuore verso il Signore.

 

 

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